Dott.ssa Madalina Tulbure – NEUROPSICOMOTRICISTA DELL’ETÀ EVOLUTIVA

Dott.ssa Madalina Tulbure – NEUROPSICOMOTRICISTA DELL’ETÀ EVOLUTIVA

📩maddalena.tulbure@gmail.com
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Laureata nel 2017 con lode presso l'università La Sapienza di Roma.
Insegnante di massaggio infantile AIMI dal 2018; Terapista del Metodo ARM (approccio ritmico motorio); corso di primo soccorso BLSD; formazione varia e continua sulla disprassia.
Mi occupo di valutazione, prevenzione e ri-abilitazione nei ritardi e disturbi dello sviluppo in età evolutiva (0-18).
La neuropsicomotricità utilizza il giocoper permettere al bambino di sperimentare e apprendere in maniera motivante, il tutto in sinergia con le sue esigenze e quelle della famiglia.
 
Iscritta all’albo TSRM-PSTRP Roma – N°238
 

NEUROPSICOMOTRICITÀ DELL’ETÀ EVOLUTIVA

Il terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva è “il professionista sanitario che si occupa di prevenzione, valutazione e ri-abilitazione nella fascia 0-18 anni”.

L'intervento viene fatto individuando i punti di forza e di debolezza del bambino e utilizzando il gioco  per favorire un apprendimento globale, stimolando abilità specifiche.

Di cosa si occupa il neuropsicomotricista dell’età evolutiva (TNPEE)?

RITARDO PSICOMOTORIO o DISTURBO DELLO SVILUPPO

Il bambino nella sua crescita attraversa una serie di tappe di sviluppo, può accadere tuttavia che alcune di queste vengano saltate o che ci sia una difficoltà nella loro acquisizione. Parliamo di competenze motorie, cognitive ed emotivo-relazionali. Il bambino può avere difficoltà nella postura, a stare seduto in posizione eretta, nel linguaggio, nell’apprendimento, a socializzare e nel gioco. 

Una delle caratteristiche più frequenti in questi bambini è la scarsa iniziativa, soprattutto sul piano motorio e il poco interesse a esplorare l’ambiente circostante.

  “Spesso è intimorito dal provare cose nuove, si spaventa facilmente se ad es. sente un rumore improvviso, non gioca con gli altri bambini” oppure “Dove lo metto sta”.

DIFFICOLTÀ COMPORTAMENTALI

I bambini mettono in atto dei comportamenti nei confronti degli adulti e/o dei pari per il raggiungimento dei loro scopi; talvolta tali comportamenti sono disfunzionali ed è così che si assiste a capricci infiniti, urla, lanci di oggetti e condotte simili. Capire il motivo che ha portato il bambino a mettere in atto questi comportamenti e a strutturarne l’utilizzo è compito del TNPEE. Si aiuterà così il genitore a prenderne atto, capire questi comportamenti e modificare le reazioni dei bambini, migliorando anche la frustrazione al “NO”, l’attesa e la turnazione.

All’interno di queste difficoltà rientrano aggressività, impulsività, oppositività e iperattività in età prescolare e scolare.  Si tratta di bambini che faticano a rispettare le regole, a stare fermi, tendono ad infastidire i compagni o cambiano continuamente attività e non accettano i rimproveri. In età scolare (7-8 anni) si potrebbe strutturare un vero e proprio Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP), dove i comportamenti ricorrenti sono: accessi d’ira frequenti e marcati, provocatorietà intenzionale verso i pari o verso l’adulto, suscettibilità al rimprovero.

Mio figlio non rispetta le regole, è in continuo movimento, è molto distratto; spesso è provocatorio e rifiuta di fare quello che gli chiediamo

 

DISTURBO DELL’ATTENZIONE O ADHD (DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ)

Sono entrambi racchiusi nelle difficoltà comportamentali, ma nello specifico, i bambini con queste difficoltà possono essere caratterizzati da facile distraibilità, fatica nell’organizzazione, nel portare a termine le attività e nel seguire istruzioni; spesso hanno continuo bisogno di muoversi e presentano difficoltà nell’aspettare il proprio turno.

L'attenzione è uno dei processi cognitivi alla base di qualsiasi attività si svolga: il TNPEE effettua attività che abbiano come scopo il rafforzamento delle funzioni cognitive superiori quali l'attenzione, la memoria, la pianificazione.

Mio figlio non riesce a stare attento e non porta a termine le attività (giochi/compiti), non ascolta quando gli si parla

RITARDO DI LINGUAGGIO

Vi chiederete cosa ha a che fare con il linguaggio questa figura.... Il linguaggio è una forma evoluta di comunicazione: il bambino inizia ad utilizzare il linguaggio, quindi a parlare, se possiede e utilizza in maniera stabile altre abilità comunicative: primo fra tutti un uso stabile del contatto oculare, un’adeguata triangolazione, la capacità di indicare per richiedere o mostrare, una buona attenzione verso l’oggetto e verso l’interlocutore, il rispetto delle regole  e del turno di gioco.

Proprio su questi prerequisiti lavora il neuropsicomotricista (TNPEE) in maniera autonoma o insieme alla figura del logopedista.

Mio figlio non parla bene, dice poche parole, ho il dubbio che non comprenda

DISTURBI DELLA COORDINAZIONE MOTORIA (DISPRASSIA)

Si tratta di difficoltà nell’organizzazione delle sequenze ordinate di atti per raggiungere un obiettivo coinvolgendo la capacità di rappresentarsi, programmare e pianificare movimenti intenzionali, quindi non riguarda semplicemente l’esecuzione di schemi di movimento, ma coinvolge le funzioni esecutive primarie e quelle superiori.

Mio figlio è goffo e scoordinato, spesso va a sbattere oppure inciampa; ha difficoltà ad allacciare le scarpe, ad usare le forbici o andare in bicicletta

DISTURBI DELLA SCRITTURA E DELL’APPRENDIMENTO

Come per il linguaggio, anche in questo ambito spesso la figura del TNPEE completa il lavoro del logopedista. Può accadere che alcuni disturbi della scrittura e della lettura (ad esempio lo scambio di grafemi visivamente simili come d-b, p-q....) siano da imputare a problemi visuo-spaziali, inoltre un’errata impugnatura dello strumento grafico e una scorretta postura durante la lettura/scrittura possono determinare un affaticamento muscolare, un coinvolgimento non opportuno dei muscoli della spalla, con conseguente peggioramento del tratto grafico ed altre conseguenze.

Mio figlio fatica a leggere, fa errori nella scrittura e/o in matematica, ha una grafia illeggibile, spesso nemmeno lui riesce a capire quello che scrive.”

“Mio figlio calca troppo sul foglio, si stanca facilmente e lamenta dolore alla mano o al polso quando scrive

 DIFFICOLTÀ GRAFO-MOTORIE

Le abilità grafomotorie, quindi riguardanti il disegno, sono i precursori delle abilità della scrittura che si svilupperanno in età scolare. Un ritardo o un’anomalia nell’acquisizione di queste competenze potrebbero indicare difficoltà nella programmazione del gesto motorio. I segni per riconoscere la presenza di difficoltà in ambito grafico sono: incapacità a copiare semplici segni (es. linea orizzontale, verticale e cerchio), rappresentazione immatura della figura umana, che potrebbe indicare difficoltà nella percezione dello schema corporeo, prensione scorretta dello strumento grafico rispetto all’età.

Mio figlio si rifiuta di disegnare, non gli piace colorare, omette molte parti del corpo nel disegnare una persona, ha un disegno disorganizzato